A distanza di quarant'anni dal fallimento di quel rito, al quale un solo bambino era sopravvissuto, ecco una famiglia felice tornare ad abitare la vecchia casa di cui nessuno sembra ricordare la terribile e sanguinosa storia, tranne forse il padre di due ragazzi, Regina e il piccolo Paul.
Il film ha un'originale struttura narrativa che si dipana attraverso scene suggestive e antefatti ben collocati nel quotidiano della famiglia, ma qualcosa sfugge al seppur notevole lavoro del regista.
Accattivante per l'idea di fondo su cui è basata la trama, deludente nello sviluppo finale che dovrebbe perlomeno rivelare il compiersi dell'opera occulta.
Pellicola d'effetto per alcune scene che ricordano o rendono forse omaggio a Shining, (le coppie di bambini morti lungo i corridoi), nonché al Sesto Senso, (le ombre dei defunti che passano furtivamente alle spalle dei viventi), ma in grado di eguagliarne il potere evocativo e di capaci di spaventare sul serio.
La paura del buio sembra essere solo una scusa per attirare il pubblico, finendo invece per presentare una ben nota attrazione verso le sette e i riti magici della peggior entità.
Unico punto a suo favore, che renda quindi Darkness degno d'essere visto, è la sinistra presenza di "animi erranti" (defunti ancorati al mondo terreno) e di "mentitori" (defunti in grado di assumere le sembianze di esseri viventi) che invadono la casa-tempio, la cui costruzione viene descritta minuziosamente, rivelandone l'essenza più deleteria e malvagia che coincide abilmente nel riflettere l'eclissi con la sua forma circolare.
Se non altro non vi annoierete vedendolo..